21 gennaio 2021

Riprogrammazione mentale e cambiamento

Richiedi una consulenza con il Coach Carlo Adriani


Scrivo rivolgendomi a te, te femmina o te maschio, cercando di esprimere il discorso sia al femminile, che al maschile. In alcuni punti privilegiando la fluidità della frase sarò “neutro”.
Quanto tempo serve ad una scoperta scientifica per radicarsi profondamente nella realtà, per interiorizzarsi nella mente, nelle convinzioni e nelle abitudini delle persone?
A volte anche tantissimi anni.
Sai quanto tempo c’è voluto perché la maggior parte delle persone abbia iniziato a credere al fatto che la terra è sferica, che gira su sé stessa e che gira attorno al sole? Lo sai che sono ancora tantissime (milioni!) le persone nel mondo che credono che la terra sia piatta? Non ci credi? Prova a digitare su internet terrapiattisti o Flat Earth.
Spero di non offendere con le mie generalizzazioni e semplificazioni la sensibilità del lettore (sia lo scienziato/a, sia il non scienziato/a) con il quale mi scuso in anticipo se si sentirà offeso/a: il mio intento è stimolare una riflessione.
Se tentassi di spiegare il comportamento dell’energia e della materia in poche parole semplici e con esempi comprensibili a tutti, penso che il 99% dei lettori non riuscirebbe a capirmi e dunque a credermi. Non mi capirebbe non tanto per la complessità del discorso, ma per la sua “stranezza”.
La mia spiegazione non comprenderebbe alcuna formula o concetti matematici, non mi capirebbe per il contenuto. E quell’1% che mi capisse probabilmente mi capirebbe perché già conosce di cosa sto parlando, e comunque solo una minima, minimissima parte di questo 1% si comporta e pensa quotidianamente sulla base di questi principi.
Eppure sono principi di fisica quantistica la cui scoperta ha valso il premio Nobel per la fisica a Max Plank nel 1918 e ad Albert Einstein nel 1921.
Mi riferisco a scoperte che hanno rivoluzionato la concezione stessa del funzionamento dell’universo e della vita, scoperte che apparentemente sembrano assolutamente impossibili.
So bene che ti sto parlando di cose che non ti interessano, ma concedimi di continuare. Poi ti spiego.
Sono già 100 anni che personaggi del calibro di Plank e Einstein hanno stravolto idee e concetti precedenti sull’energia e sulla materia e, anche se queste informazioni non provengono dal mago visto in televisione o dal Guru improvvisato su Facebook, ma da persone che hanno ricevuto il premio Nobel (e dunque possiamo essere sicuri che quello che sostengono sia VERO), la stragrande maggioranza delle persone continua a pensare, ragionare e ad agire nello stesso modo di tuo bisnonno.
Non c’è nessuno al mondo che potrebbe convincerti che le cose funzionano in modo completamente diverso da come pensi, neanche se la spiegazione arrivasse da tuo figlio/a che giura di essere in buona fede e che non ha bevuto.
Solo tu puoi decidere di deciderti…
Perché tutto questo? Perché sono cose “strane”, che non si capiscono.
Quando studiavo, prima di diventare dottore commercialista, o, molti anni dopo, al Master per diventare Coach, mi è capitato di preparare alcuni esami e di non capire niente alla prima lettura, poi, dopo ogni ripetizione, riuscivo a mettermi in testa concetti che all’inizio capivo solo come parole, non come immagini.
Per gli argomenti nel campo quantistico è più complicato perché l’immagine non si riesce a formarla con l’utilizzo dei nostri 5 sensi: vista, udito, tatto, gusto, odorato. Serve qualcos’altro e tutti possono riuscirci (ma non dedicando 5 minuti nei ritagli di tempo).
E serve fidarsi. Fidarsi delle persone delle quali ci si sente di potersi fidare, fidarsi di concetti nuovi, diversi, strani, incredibili, immediatamente apparentemente incomprensibili sostenuti da persone che hanno ricevuto il premio Nobel per aver esposto questi principi.
Nonostante questo la maggior parte delle persone aspetterà ancora non so quanto tempo per aprire gli occhi su informazioni che stravolgerebbero in senso positivo la loro vita.
Perché anche tu, come quasi tutti, dopo 100 anni ancora non sai come potrebbe cambiare la tua vita se applicassi i principi di fisica quantistica?
Secondo me le cose sono andate a questo modo: un giorno tuo bisnonno seduto in una panchina legge sul giornale un articolo scritto da un tedesco che ha ricevuto il premio Nobel per la fisica qualche anno prima. Tuo bisnonno capisce poco dell’articolo, ma essendo una persona intelligente ed evoluta, lo rilegge non so quante volte perché intuisce che se è tutto vero quello che c’è scritto potrebbe significare per lui e i suoi figli salute, benessere e felicità: da un punto di vista subatomico l’energia risponde all’attenzione consapevole e si trasforma in materia. Questo significa che si potrebbe cambiare la propria vita indirizzando e facendo cadere infinite onde di probabilità nella realtà che ciascuno si sceglie. Se è vero che tutta la materia è fatta di energia, la mente può influenzare l’aspetto di un elettrone, allora così come si impara a camminare, a scrivere, a parlare in cinese, a guidare la macchina (all’epoca auto ce n’erano poche e tuo bisnonno non sapeva guidare) con attenzione tenace,
sincero impegno e dedizione quotidiana, si può imparare a far “collassare” nell’esistenza un infinito numero di possibili realtà.
Tuo bisnonno avrebbe voluto approfondire questo argomento, ma si accorge che proprio in quel momento sta passando lì davanti la Giuseppina, una sventola prosperosa della quale lui era proprio tanto invaghito e con la quale era da tanto che avrebbe voluto fare quattro salti. Tutto contento, pensando che usare nomi di personaggi della Storia e dell’attualità, parole scientifiche e termini nuovi, strani e incomprensibili è un buon modo per fare bella figura e conquistare definitivamente Giuseppina, prova a spiegarle quello che ha appena letto e riletto, parlandole di Cartesio, di Newton, di Plank, di Einstein, di onde, di particelle, di materia e di energia. E poi le parla dell’atomo (cavoli, è stato questo il suo errore! Non doveva parlarle dell’atomo, è un argomento troppo “difficile”) dicendole che l’atomo è al 99,99999% energia e allo 0,00001% materia, cioè non è niente a livello di materia, ma tutto a livello potenziale.
Giuseppina, che era una donna pratica e concreta, e che stava ben attenta a non si farsi ingannare da nessuno, ha subito pensato che tuo bisnonno stesse menando il can per l’aia, ma siccome anche a lei non sarebbe dispiaciuto togliersi le mutande, all’inizio ha fatto finta di essere interessata, ma poi, quando ha visto che questo non si decideva, ha perso la pazienza e ha cominciato a dirgli che non credeva ad una parola di quelle scemate, che avrebbe fatto bene a mettere i piedi per terra e la testa sulle spalle, di vergognarsi e di andare a raccontare ad un’altra tutte quelle frottole, e infine di non cercarla più perché lei non sarebbe uscita con un ballottaro (cioè uno che racconta balle) che ha in mente l’energia e le onde di probabilità, la materia e soprattutto gli atomi (l’avevo detto che ce l’aveva con gli atomi). In realtà lui è vero che aveva in mente l’energia eccetera, ma soprattutto aveva in mente le sue zinne
Quindi tuo bisnonno, che già non aveva capito bene proprio tutto dell’articolo, mortificato e deluso ha strappato il giornale, senza neanche conservarlo per gli usi “secondari” cui era destinato all’epoca, e a queste idee strane non ci ha pensato più, mentre invece alle zinne di Giuseppina ha continuato a pensarci.
Il figlio di tuo bisnonno, cioè tuo nonno, tutto aveva in mente, fuorché la fisica quantistica e lo stesso i tuoi genitori che, in perfetta buona fede, hanno così sprecato una occasione per vivere mille volte meglio e insegnare a te delle cose scoperte 100 anni fa che, se sei un genitore responsabile, non puoi non insegnare ai tuoi figli.
Scusami se mi permetto, ma ti rifaccio la domanda. Lasciando stare le formule matematiche che a te, per i tuoi motivi, magari non interessano, sapresti dire qual è il risultato pratico delle scoperte rivoluzionarie fatte da Plank, Einstein e compagni?
La maggior parte delle persone non sa rispondere a questa domanda e la portata di questa ignoranza (cioè non conoscenza) è la stessa, anzi maggiore, di non sapere che la terra è rotonda (anzi sferica) e non piatta.
Ti starai chiedendo dove voglio arrivare con questi discorsi perché probabilmente non ti interessa niente delle scoperte scientifiche, che quello che vuoi è diventare milionario/a; che ti piacerebbe far soldi con il tuo lavoro e la tua attività, che vorresti avere tempo libero da trascorrere con la tua famiglia in vacanza o tranquillo/a a casa tua.
Lo so. Arrivo veloce al dunque: se vuoi davvero che la tua vita cambi, che il tuo lavoro ti porti risultati, devi decidere di mettere in discussione la tua attuale programmazione mentale, riflettere e lavorarci seriamente, seguendo un processo impegnativo che comunque è assolutamente fattibile. E’ un processo che necessita della pazienza di essere completato come qualsiasi altra cosa “complessa” tu abbia voluto imparare.
Per cosa “complessa” non intendo difficile, intendo qualcosa che non sia “semplice”, ossia che non necessiti di connessioni, correlazioni e a volte sincronizzazioni.
A proposito di cose semplici voglio parlarti della vendemmia, che secondo me è una cosa semplice.
Saresti capace di vendemmiare, cioè di raccogliere l’uva e metterla in un cesto?
Sì. Sì che ci riusciresti! E’ una operazione semplice. Per impararla al massimo potrà servirti una spiegazione di qualche minuto e una brevissima dimostrazione.
E, come per tutte le cose, per portarla a termine con successo, devi essere intimamente, profondamente convinto/a di potercela fare.
Il punto è proprio questo. Per riuscirci è necessario, indispensabile, obbligatorio che tu ti veda come una persona in grado di riuscirci. Sia a livello conscio, che inconscio.
Pensaci: Dentro di te sei consciamente sicuro/a di riuscirci? Sì, rispondo io per te, me lo confermi?
E inconsciamente? Sì, rispondo io per te, me lo confermi?
Lo senti cosa stai sentendo quando ti fai questa domanda? Non ti devi sforzare a pensare se inconsciamente sei sicuro/a o meno. Se tu non fossi sicuro/a lo “sentiresti” e non basterebbe certo che tu ti imponessi di esserlo per diventarlo.
Sai perché? Perché questa sicurezza è intimamente collegata all’immagine che tu hai di te stesso/a, la tua self image. Cioè tu ti vedi come una persona che è capace di vendemmiare.
Nella tua mente, conscia e inconscia, non c’è niente che si frappone negativamente tra la tua decisione di riempire il cesto di uva e il risultato del cesto pieno. Niente. Non stai pensando alle innumerevoli circostanze, possibili, probabili e improbabili, che potrebbero ostacolarti nel raggiungere il risultato (cesto pieno di uva), sai che potrebbero capitare, anzi alcune di esse capiteranno veramente (fa troppo caldo o troppo freddo, dove trovo il coltello, non ho tempo, piove, non ho voglia, non mi piace, il mio compagno/a dice che non ci riesco, si rompe il cesto, e 1000 altre), ma non hai il minimo dubbio che se davvero tu lo volessi saresti in grado di riempire il cesto di uva. E il risultato lo ottieni perché nel tuo profondo tu ti vedi in grado di ottenerlo.
Ecco, il risultato è veramente tutto qui.
In tutte le cose, situazioni, circostanze, attività il risultato lo raggiungi solo se questo è coerente con l’immagine di sé stessi, la self image, il te stesso che si vede e si sente in grado di raggiungere quel risultato. Se la self image è negativa arriveranno 1000 ostacoli ad impedirlo. E non basta che questa self image capace di raggiungere il risultato ci sia a livello conscio, serve che questa immagine sia profondamente radicata anche nell’inconscio, risultato che si può ottenere attraverso un processo “complesso” di riprogrammazione mentale.
Pensa a quando hai imparato a guidare la macchina. All’inizio ti sembrava tutto difficile, poi hai avuto la pazienza di provare le varie singole operazioni che all’inizio ti sembrava impossibile poter sincronizzare e adesso guidi senza pensarci. Poiché di fatto tutti gli adulti guidano la macchina, quando hai iniziato pur approcciandoti magari con titubanza, timore, paura di non riuscire a passare l’esame di guida al primo, secondo, o ennesimo tentativo, in realtà a livello inconscio, a livello profondo, riuscivi a vederti alla guida di un’auto. E comunque il primo giorno che hai provato a guidare, non ti aspettavi di poter fare una corsa in macchina, Così come quando hai imparato ad andare in bicicletta, non hai provato a fare 10 chilometri.
Ma se hai guidato la macchina o se sei andato in bicicletta tutti i giorni, quanto ti ci è voluto per farlo senza pensarci e in modo automatico? Ti è servito poco tempo!
Questo volevo dirti: prenditi il tempo che ti serve.
Se pensi che possa aiutarti in qualche modo riuscirai a contattarmi. La mia mail è dott.adriani@gmail.com.

Carlo Adriani