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Dopo aver svolto per anni la “tradizionale” attività di dottore commercialista, mi sono appassionato al coaching, seguendo maestri come Maxwell Maltz, Bob Proctor, Dan Kennedy, Joe Dispenza, Charlie Fantechi e Roberto M. Vadalà (cito solo i principali) arricchendo le mie competenze con nozioni sul funzionamento dell’energia e sulle sue interazioni tra mente, corpo e ambiente, sulla fisica quantistica, sulla psicocibernetica, e sulla riprogrammazione mentale in generale.
In particolare devo ringraziare Roberto M. Vadalà perché come formatore è riuscito a tessere una “tela” perfetta utilizzando i diversi “fili” ricavati dai vari autori, ed il risultato è stata una comprensione definitiva, profonda, un qualcosa che prima non esisteva, un qualcosa di veramente risolutivo che prima non si riusciva a trovare, un ritrovato che rende inutili tutte le medicine perché non esiste più malattia, c’è solo la salute, un po’ paragonabile a quando attraverso l’ingegneria dei materiali viene scoperto un materiale che ha delle caratteristiche che non esistono in natura, come per esempio un tessuto allo stesso tempo leggero, robusto, termoresistente, impermeabile, traspirante e con altre caratteristiche che sembrerebbe impossibile essere contemporaneamente presenti. Qual è questo un vaccino efficace al 100%?
La riprogrammazione mentale e il concetto di immagine di se stessi, la self image.
Bob Proctor dice che per avere risultati nella riprogrammazione mentale serve essere onesti con se stessi.
Perché è difficile guardarsi allo specchio, anche figurativamente parlando, e dire: sei tu il problema, stai sbagliando, perché se tu inizialmente pensassi questo, già avresti fatto cose diverse.
E per fare questo è molto importante che tu sia molto onesto, freddo, oggettivo con la percezione, per analizzare la tua situazione, per analizzare il perché e il percome tu hai fatto certe azioni e hai ottenuto certi risultati. È difficile.
Ed è questo il motivo per il quale è difficile fare riprogrammazione mentale da soli.
Perché significa avere la pretesa che tutto il passato non ci condizioni. È veramente molto complicato.
Ognuno di noi ha un sistema di credenze diverso, ed è veramente difficile spiegare il perché abbiamo e si è creato un determinato sistema di credenze.
Si può fare, è un percorso, e sappi che non è una cosa che si può fare in un giorno o in un fine settimana.
Ti faccio un esempio. I tuoi risultati nel business (come in qualsiasi altro campo) sono frutto delle tue azioni, quindi se hai comprato un corso e non hai studiato, oppure al primo fallimento ti sei fermato, oppure sei ancora lì a cincischiare e concretamente non fai nulla, o qualunque siano le azioni che stai facendo, non sarà dire: ah, domani faccio il contrario che ti porterà a fare il contrario, perché questa cosa non succederà mai. Non si può cambiare obbligando al cambiamento, non si può applicare la forza di volontà, o la motivazione, perché, come sostiene Maxwell Maltz, ognuno di noi è un meccanismo cibernetico, ognuno di noi è settato per raggiungere certi risultati, per guadagnare certe cifre, per ragionare in un certo modo, per prendere decisioni in un certo modo, per cui, quando pensi che il problema si risolva comprando un corso che dice come fare un certo business, hai appena buttato i soldi dalla finestra, perché il problema non sono le informazioni, il problema sei tu.
È il tuo sistema di credenze che in questo momento ti castra e non ti fa raggiungere i risultati. Perché se così non fosse basterebbe comprare un corso e tutti sarebbero ricchi allo stesso modo.
Scommetto che volevi quasi quasi smettere di leggere perché ho usato il termine psicocibernetica. Non essere prevenuto! Se non sai cosa significa non è grave, per carità, ma è una lacuna che ti suggerisco di colmare leggendo il libro “Psicocibernetica” di Maxwell Maltz. Ti dispiacerà non averlo letto prima…
Così come nella favola dei tre porcellini bisogna costruire la casa con le fondamenta solide, per affrontare la propria attività (e in generale la propria vita) bisogna che ci siano delle fondamenta fissate sulla roccia e questa roccia è la propria self image.
Quanto tempo serve? Non lo so, serve il tempo che serve (parliamo di mesi comunque), ma non puoi fare a meno delle fondamenta, costi quel che costi.
Così come trovi il tempo per prenderti la patente di guida, per imparare a sciare o fare windsurf (io amo sciare e fare windsurf) per guardare tutte le puntate della serie televisiva che ti piace, per vedere video di un gatto che ti fa morire dalle risate (condiviso con il tuo collega), o per fare qualsiasi altra cosa, ti troverai il tempo per fare la riprogrammazione mentale.
Se continui ad essere ancorato a tutto quello che è visibile, comunque legato ai fattori sensoriali, non potrai mai fare riprogrammazione mentale, e la riprogrammazione mentale è fondamentale per raggiungere qualsiasi obiettivo.
Perché se consciamente o inconsciamente pensi che quello che stai facendo ha a che fare con la tua testa (molti confondono la mente con il cervello), non troverai mai una risposta definitiva.
Il punto è questo: non riusciamo a controllare l’inconscio, che vogliamo o no non riusciamo a controllare la circolazione del sangue, il battito del cuore, o i processi elettrochimici che avvengono nel nostro corpo.
Anche se non ti sarà chiaro immediatamente, questo significa che invece che preoccuparti di cambiare quello che in questo momento stai facendo, dovresti preoccuparti di cambiare te stesso, per fare in modo che quello che tu in questo momento identifichi come le cose da cambiare diventino parte di te, diventino delle cose naturali, delle cose che fai senza sforzo.
Uno degli insegnamenti di Bob Proctor è che per cambiare non bisogna concentrarsi su ciò che bisogna cambiare, ma bisogna portare un modello alternativo per rendere obsoleto quello vecchio.
Quindi tu invece che focalizzarti sul che cosa devi cambiare, dovresti preoccuparti di essere una persona coerente con l’obiettivo che vuoi raggiungere.
Tutto quello a cui puoi attingere con la conoscenza, con lo studio, con l’apprendimento, se resta soltanto a livello di conoscenza, di consapevolezza, di mente conscia, comunque non andrà ad impattare sulle tue azioni e sui tuoi risultati. Devono essere dei concetti, delle idee, che vengono interiorizzati e impiantati sulla tua mente subconscia per diventare abitudini; ed è quando diventano abitudini che queste informazioni ti portano ad agire in modo diverso.
Quindi il primo problema da un punto di vista pratico è come prendere questi concetti e come impiantarli nel tuo subconscio perché, appunto, vuoi che diventino delle abitudini, che governino le tue azioni.
Se hai un problema di immagine di te stesso (ho detto “se”), per raggiungere un certo obiettivo devi necessariamente fare un percorso di riprogrammazione mentale, modificando, appunto, la tua immagine.
Non è una passeggiata. Ma dopo potrai raggiungere i tuoi obiettivi. Diversamente non è questione di quanta fatica farai a raggiungerli, è questione che non li raggiungerai mai. Mai.
E tutte le obiezioni che magari possono nascere prima di fare un percorso di riprogrammazione mentale, sono soltanto delle scuse, perché, tanto per risolverne subito una, il tempo si trova.
Un errore in cui cadono tutti, me compreso, è che approcciandosi alla riprogrammazione mentale inizialmente c’è una sorta di speranza che prevale e cioè, tipicamente chi fa un percorso del genere ha già subito tanti fallimenti, tanti risultati negativi, e cerca un modo per svoltare, per cui dice, vabbè, dai, proviamo anche la riprogrammazione mentale, e quello che lo muove è la speranza, cioè si dice, speriamo che funzioni… Però fino a quando anche tu non fai uno “shift”, un vero e proprio cambio di comprensione di questo aspetto, non otterrai mai risultati, perché continuerai ad avere una sorta di dubbio che ti influenzerà, volente o nolente, per cui farai qualcosa, magari qualche esercizio, ma poi ti fermerai, e metterai poi in discussione quello che stai facendo, e poi sentirai qualcun altro che dice qualche altro concetto, che non fa altro che crearti confusione e dunque (e questo è un caposaldo per la formazione) è importante avere delle basi teoriche, delle fondamenta sopra le quali andare a costruire quello che è poi il percorso di riprogrammazione mentale che si va a fare.
Fondamentale è capire che l’approccio mentale che metti in qualunque cosa, nel business, nello studio, nel lavoro, in qualunque cosa, non è un semplice contorno, non è qualcosa che se ho tempo mi ci dedico, se no, fa niente!
È fondamentale! E’ la variabile che più di tutte determina I risultati che otteniamo.
Anche perché, pensaci: siamo nel 2021, le informazioni non mancano: scuola, corsi di formazione, libri, approfondimenti, con una connessione al computer poi avere informazioni su tutto. Non è questo che differenzia i risultati delle persone, perché , come continua a ripetere Roberto M. Vadalà, se così fosse, se fosse solo un problema di competenze, basterebbe sviluppare la competenza e avere successo.
Ma non è così. Perché i nostri risultati non dipendono soltanto dalle nostre competenze.
Così come non puoi fare solo riprogrammazione mentale, perché i risultati non cadono dal cielo!
Devi compiere azioni. Ed infatti, magari qualcuno ti dice, lascia stare tanti discorsi, per raggiungere risultati devi fare azioni.
È giusto, ma è anche sbagliato, perché tutto quello che hai fatto fino a questo momento, tutte le azioni fatte finora, sono frutto del tuo subconscio.
E questa cosa prima la accetti, prima riuscirai a cambiare i tuoi risultati.
Bob Proctor dice che non c’è sincronia tra quello che sappiamo è quello che facciamo.
Serve un equilibrio tra azioni e programmazione mentale. Prendi qualsiasi corso. Ti dice esattamente cosa fare. Non devi interpretare, ti dice esattamente la sequenza delle operazioni da fare, delle azioni che bisogna fare.
Come è possibile allora che si ottengano risultati, a volte fallimentari?
Perché quello che sappiamo e quello che facciamo non è sincronizzato.
Pensa, almeno una volta avrai detto: da domani faccio questo, mi metto a dieta, faccio quel viaggio. E poi non lo fai.
Oppure: adesso mi metto e faccio la ricerca di questo tipo di lavoro, perché voglio fare esplodere il mio business, la mia attività imprenditoriale. Inizi, fai due minuti e poi inizi a fare dell’altro.
E’ perché quello che sappiamo e quello che facciamo non sono sincronizzati. E’ questo il motivo.
E questo perché spesso le azioni che facciamo non sono coerenti con quello che vogliamo raggiungere.
E se non curiamo la nostra immagine di sicuro non lo raggiungeremo mai.
Il metodo, i contenuti, le abilità da mettere in campo sono qualcosa di assolutamente necessario, ma che viene solo dopo che hai interiorizzato una immagine di se stesso coerente con l’obiettivo che vuoi raggiungere. Dopo di che, come dice Roberto M. Vadalà raggiungerlo sarà “un gioco da ragazzi“, un qualcosa di “automatico”.
Quello che invece non è per niente immediato è il percorso da intraprendere per riprogrammare se stessi mettendo a nudo le proprie credenze, paradigmi, convinzioni, comportamenti, abitudini.
Solo quando tutto sarà coerente con l’immagine che ciascuno ha di se stesso ci sarà quel cambiamento senza il quale è tutto inutile.
Il percorso è impegnativo e l’ostacolo principale che ciascuno si trova ad affrontare è se stesso.
Termino suggerendoti di leggere un libro bellissimo, “Cambia l’abitudine di essere te stesso” di Joe Dispenza. Se pensi che io possa aiutarti scrivimi all’indirizzo dott.adriani@gmail.com
Carlo Adriani